4 – Lobos

 


Per dare il nome alla chitarra numero quattro sono dovuto andare di fantasia, dato che il filone dei cani si era esaurito; per restare in tema animal-musicale sono andato sul lupo, anzi sul “lobo” in lingua spagnola; il definitivo nome “lobos” è chiaramente un omaggio al grande musicista Heitor Villa Lobos, che tanto ha dato alla musica chitarristica.

Questo strumento ha fasce e fondo in palissandro indiano, manico in cedrella, piano armonico in abete e tastiera in ebano; per la paletta non ho preso a modello nessun illustre liutaio, ma ho adottato un disegno semplice e lineare, sbizzarrendomi solo in un inserto a strisce parallele verticali a forte contrasto.

Ho avuto qualche vicissitudine per ottenere un suono gradevole e pulito; la rettifica della tastiera e dei singoli tasti è stata problematica ma, dopo un periodo di assestamento, devo dire che ora il suono è ottimale.

L’amico Enrico, compagno di studi all’Ateneo della Chitarra, l’ha provata e, avendone apprezzato le doti, soprattutto la morbidità e maneggevolezza del manico, mi ha proposto un cambio alla pari con un banjo-chitarra degli anni ’80, cambio che ho accettato di buon grado; ora la “Lobos n.4″ è in mani esperte che la suonano con la dovuta assiduità e nella tavernetta della mia casa di Mornico fa bella figura il banjo-chitarra appeso al muro in attesa di essere suonato nelle allegre serate con gli amici.