Vincenzo

 

Vincenzo è un collega allievo dell’Ateneo della Chitarra; da anni studiamo insieme e a un saggio finale della scuola di qualche anno fa ci siamo esibiti in duo suonando un tango; mi ha portato una sua vecchia chitarra degli anni ’80 della quale non gli piaceva la tastiera.

In effetti si notavano dei solchi provocati dall’uso intenso sui primi tre tasti, che avevano portato via la superficie scura della tastiera, lasciando il segno chiaro del materiale sottostante. Il sospetto che non si trattasse di una tastiera in legno massello si è rivelato fondato quando, una volta sfilati i tasti in ottone, ho tentato di piallare la superficie e ho scoperto che si trattava di una sottile pellicola di plastica scura che copriva una striscia di truciolare applicata su uno spessore di circa 5 mm di multistrato.

Eliminato il truciolare, ho levigato il multistrato e ho applicato una lastrina di ebano da 4 mm sulla quale avevo preventivamente praticato i tagli per l’applicazione dei tasti. Il risultato pratico è stato apprezzabile in quanto la chitarra ha ora una tastiera in ebano, ancorchè sottile, molto scorrevole e facile; sotto il profilo estetico non è il massimo dato che a ben guardare il manico di profilo si notano i diversi strati applicati l’uno sull’altro e l’operazione di “maquillage” per uniformare la pesante vernice originale del manico con il velo di gommalacca da me in seguito applicato poteva riuscire meglio; comunque l’amico Vincenzo è soddisfatto di avere una chitarra con la quale si ritrova a suonare facilmente e volentieri.

Da parte mia ho fatto una nuova esperienza che mi permetterà  in futuro di migliorare le mie prestazioni di restauratore.