Scrollavezza

Ho avuto l’avventura (e l’onore) di restaurare uno strumento storico, una chitarra costruita nel 1953 dal maestro Renato Scrollavezza di Parma, liutaio famoso soprattutto per gli strumenti ad arco, che il mio amico Ruggero, ottimo violinista e insegnante alla Scuola Civica di Milano, ha ereditato dal nonno. Il lavoro non è stato molto impegnativo, dato che la chitarra era abbastanza in ordine.

 

L’unico punto che mi ha creato qualche perplessità è stato il “tasto zero” che evidentemente si era consumato e l’ultimo utilizzatore ha pensato bene di rialzare creando un improvvisato quanto improbabile spessore con un pezzetto di metallo ricavato da un tubetto di medicinali (sic!); forse i liutai esagerano quando affermano che gli esecutori non capiscono nulla di liuteria e non dovrebbero mettere mano agli strumenti, ma in questo caso non hanno proprio torto.

 

Gli ulteriori interventi effettuati (chiusura di una crepa della tastiera, lucidatura a gommalacca delle zone opacizzate, sostituzione dell’osso del ponticello, riassetto dell’azione) l’hanno rimessa in grado di suonare e la voce che si è ascoltata dopo qualche decennio di inattività è risultata particolarmente gradevole a detta di tutti coloro che l’hanno provata e udita, tanto che ho contattato il Maestro Scrollavezza per chiedergli informazioni sulla sua creatura. Il maestro, ora ultraottantenne, ha da tempo lasciato l’attività alla figlia, ma ancora si diletta a costruire qualche strumento e ricordava molto bene quella chitarra del 1953, che ha chiesto di poter rivedere per sentirne nuovamente la voce; ne è nato un simpatico incontro nel corso del quale il maestro ha ricordato i tempi eroici del primo dopoguerra, quando per sbarcare il lunario si è anche cimentato, da autodidatta, nella costruzione di alcune chitarre più facilmente vendibili di violini, viole e violoncelli; ho avuto l’onore di suonare un breve pezzo per il maestro che ha sorriso nel riascoltare la voce ancora dolce e morbida della sua creatura.