Preziose Armonie

 

La nostra amica Anna ha l’hobby di creare gioielli di bigiotteria e, a detta di tutte le amiche, fa cose molto belle e di buon gusto. Nel tempo ha affinato una grande maestria sia nell’inventare nuove fogge per le sue collane, bracciali e orecchini, sia nel seguire le indicazioni delle signore che si rivolgono a lei per avere un gioiello personalizzato.

L’esperienza le ha inoltre consentito di saper scegliere i materiali più adatti per ogni singola creazione, combinandoli sapientemente con accostamenti tra diverse pietre per arrivare a risultati davvero straordinari.

E’ un hobby che le porta via quasi tutto il tempo libero dal lavoro e dalla famiglia e quindi la sua “clientela” si limita alle amiche e alle colleghe di lavoro del Tribunale di Milano; ciò non toglie che nel tempo abbia realizzato un buon numero di “pezzi”, tanto da poter realizzare una mostra finalizzata a far conoscere ad un pubblico più vasto le sue creazioni.

Mia moglie Silvana da un paio d’anni ha lasciato inutilizzati i locali del proprio studio, dopo aver deciso di abbandonare la professione forense e aver colto al volo una “finestra” per la meritata pensione; un paio di locali al piano terreno in una casa d’epoca in zona Porta Romana sono una “location” ottimale per una mostra e poi è da tanto che mi chiede che cosa me ne faccio di tutte quelle chitarre che ho costruito e che non faccio mai vedere a nessuno.

E’ nata così l’idea di realizzare una mostra combinata di gioielli e chitarre, accostamento bizzarro e inconsueto, ma… perchè no?  Dopo avere accarezzato l’idea, durante una cena a quattro, Anna, il marito Rubens, Silvana ed io abbiamo anche trovato un nome adatto alla manifestazione, qualcosa che unisse l’arte dell’oreficeria e quella della liuteria; è stato così deciso il nome “Preziose Armonie”.

Dopo aver diramato gli inviti ad amici, parenti e conoscenti, un fine settimana della primavera del 2016 il grande tavolo della sala riunioni è stato allestito con gli oggetti della mostra: al centro quattro supporti reggevano altrettante chitarre della mia ultima  produzione, la numero cinque Amira, sei Balon, sette Marty e otto Gina; tutto intorno Anna ha sapientemente sciorinato i suoi gioielli creando una colorata coreografia; l’impatto visivo di chi accedeva alla sala era davvero notevole.

Fra sabato, domenica e lunedì l’affluenza è stata notevole; Elena, figlia di Anna e Rubens, oltre a partecipare attivamente all’allestimento della mostra e dei rinfreschi, ha notevolmente contribuito alla partecipazione del pubblico, invitando le sue numerose amicizie e conoscenze; sul bancone della segreteria ha trovato posto un buffet di varie bevande e cibarie.

Dalle foto si può verificare il successo dell’evento per quanto riguarda la partecipazione; sotto il profilo più materiale, il successo è stato esclusivamente di Anna, che ha venduto gran parte dei gioielli esibiti e ha acquisito molte ordinazioni per creazioni personalizzate. Per quanto riguarda la mia produzione invece ho ricevuto solo un grande apprezzamento; molti partecipanti hanno anche provato a suonare gli strumenti, ma nessuno se n’è andato con una chitarra sottobraccio; comunque in tempi successivi, anche grazie a qualche annuncio su Internet, di quelle quattro chitarre ne ho piazzate tre; mi è rimasta la numero cinque, Amira che, tra l’altro, è uno strumento al quale sono affezionato perchè è stata costruita con materiali che ho acquistato insieme all’amico Federico Cavagna, in occasione della sua ultima visita al magazzino Rivolta di Desio, quando l’ho accompagnato poco tempo prima della sua prematura dipartita. 

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“Preziose Armonie” è un evento che rimane unico – anche perchè successivamente Silvana ha venduto i locali dello studio – e che tutti noi, organizzatori e partecipanti, ricordiamo con nostalgia e anche con molta malinconia.

Anna, la protagonista indiscussa dell’evento, non è più con noi; è stata una delle prime vittime del Covid, dal quale è stata colpita quando ancora si riteneva fosse un problema lontano e non erano state attuate misure cautelative e, soprattutto, non erano stati realizzati i vaccini; il suo lavoro al Tribunale, a stretto contatto con il pubblico, è stato il veicolo di una infezione che ha portato fino a casa; anche Rubens è stato ricoverato con tanto di ausilio respiratorio, ma lui ne è uscito. Anna invece non ce l’ha fatta; aveva da tempo un problema di asma che si è aggiunto al virus e le è stato fatale.

Mancheranno a tutti noi la sua allegria, il suo spirito schietto e la sua umanità; a Dio, Anna.