Bevagna 2014

 

 

Ho accompagnato l’amico liutaio Umberto Raccis alla mostra di liuteria che ogni anno si tiene a Bevagna alla fine di agosto, nell’ambito di una serie di manifestazioni musicali che il Comune organizza con ottima professionalità e grande successo.

Umberto ha portato due strumenti antitetici, uno tradizionale in palissandro Rio e abete, con la particolarità interessante dell’assenza di controfasce; il piano armonico e il fondo sono stati fresati su tutto il perimetro per creare un solco in grado di ospitare il taglio delle fasce, incollate direttamente, con un leggero rinforzo all’esterno costituito da una sottile filettatura.

L’altro strumento è invece assolutamente avveniristico, con il piano armonico inclinato e una intelaiatura interna in fibra di carbonio; i legni utilizzati sono abete per la tavola e pioppo marezzato per fasce e fondo.

Entrambi gli strumenti hanno una voce potente e durevole, con un’ottima proiezione; il primo, notevolmente più leggero del secondo, ha un tono piu caldo e dolce, l’altro è più solenne; si direbbero – per dare un’immagine – il maschio e la femmina.

La mostra è stata ospitata nel palazzo del teatro del paese, nella piazza principale, di fronte alla cattedrale; si tratta di un teatro costuito nel XIX secolo, di dimensioni minuscole, con una platea che non contiene più di una quarantina di persone, ma dotato di tre ordini di palchi e un loggione.

Nei locali attigui ventuno liutai hanno sciorinato i propri strumenti per l’ammirazione degli appassionati; la mostra è stata visitata dai molti allievi della masterclass di chitarra classica  tenuta in quei giorni dal Maestro Adriano Del Sal; i giovani hanno entusiasticamente imbracciato tutti gli strumenti, dando luogo ad una gioiosa prova comune.

Nell’occasione, pur non essendo iscritto alla mostra, ho portato il mio ultimo strumento, la Balon, prima di tutto per mostrarla all’amico Umberto ed eventualmente ad altri liutati presenti per avere un parere e magari qualche consiglio.

Devo dire che, molto educatamente, nessuno mi ha detto di cambiare hobby e darmi alla filatelia; non sono mancati gli appunti, ma neppure le lodi; il decano dei liutai italiani, il maestro catanese Antonino Scandurra, oltre a rilevare alcune imperfezioni, mi ha incoraggiato a continuare perchè ho “una bella mano” (ipse dixit).