Javier

 

Javier Perez Forte è un artista in generale e un musicista in particolare; l’amore e la passione per la musica – che studia, insegna, compone e suona – hanno influito anche sul suo modo di essere, di pensare e di vivere; per questo è un vero artista.

E’ il mio insegnante di chitarra fin dai primissimi anni del nuovo secolo, quando cercavo di migliorare le mie prestazioni chitarristiche, fino a quel momento ferme a pochi accordi strimpellati con tempi e ritmi improbabili, tanto per far cantare gli amici e rallegrare gli incontri.

Dal perfezionamento degli accompagnamenti e con l’apprendimento dei primi rudimenti del pentagramma, siamo passati a obiettivi più ambiziosi, come lo studio di brani classici più o meno difficoltosi e ora sto studiando la musica latino americana con risultati direi soddisfacenti, considerato il limitato impegno che metto nello studio.

Oltre alla lezione individuale, seguo settimanalmente anche una lezione colletiva tenuta da Javier, che viene genericamente indicata come “teoria musicale”; negli ultimi tempi il gruppo (siamo nove allievi “diversamente giovani”) si è concentrato sulla musica d’insieme e le armonie che escono da queste sessioni sono (dopo numerose e faticose prove e ripetizioni) anche abbastanza gradevoli.

Nel 2003 Javier si è cimentato nel corso per amatori della Civica Scuola di Liuteria milanese, lo stesso che ho seguito io nel 2009, a quel tempo tenuto dal Maestro Aldo Illotta, rinomato liutaio piemontese; come normalmente accade, a Javier non sono bastate le quattro ore settimanali dell’anno scolastico e il manufatto è rimasto incompleto; anch’io a suo tempo ho completato la mia prima chitarra nella tavernetta della casa di campagna durante l’estate successiva al corso.

L’incompiuta è rimasta nella cantina di Javier nell’attesa che il creatore trovasse il tempo e l’ispirazione per darle una voce; ma il tempo e l’ispirazione di Javier erano dedicati allo studio, all’insegnamento, ai concerti, alla composizione, alle incisioni, tutte attività coinvolgenti e appassionanti al punto da dimenticare quei poveri legni.

Nel frattempo, venuto a sapere del mio impegno nella liuteria e della mia intenzione di continuare a sviluppare lo studio e la costruzione delle chitarre, Javier mi ha proposto di rilevare tutta l’attrezzatura (banco da lavoro, sega a nastro, mole e pietre per l’affilatura degli scalpelli e diversi altri strumenti) che aveva acquistato a suo tempo sulle ali dell’entusiasmo e che ora giacevano inutilizzati. Per me è stato l’affare che mi ha consentito di creare le basi per la realizzazione del mio piccolo laboratorio, per lui è stata una liberazione.

Recentemente mi ha chiesto se me sarei sentita di completare quella chitarra da lui iniziata nel lontano 2003, che ogni tanto gli torna in mente e gli procura un piccolo rimorso.

Dare la voce a uno strumento è una gioia e a maggior ragione se lo strumento viene dall’amico e maestro Javier; mi sono pertanto trovato alle prese con una cassa armonica grezza, staccata da un manico solo abbozzato al quale doveva essere incollata la tastiera; ci è voluto un po’ di tempo, ma ho voluto fare un lavoro accurato in modo da poter dare a Javier non soltanto la soddisfazione di avere uno strumento da lui costruito (anche se in compartecipazione) ma anche la qualità per poter studiare, provare e – magari – suonare in pubblico.

Il primo lavoro è stata l’applicazione del “copripaletta” mancante, nonostante alla paletta fossero già stati praticati i fori per le meccaniche e le “cave” per il tiraggio delle corde; ho utilizzato una lastrina di palissandro indiano, per fare pendent con quello della tastiera e dei filetti della cassa, con un inserto in abete come il piano armonico. Ho dato al terminale della paletta la forma a freccia che ho utilizzato per le mie due ultime creazioni (Amira e Balon).

Ho poi adattato l’incastro del manico alla cassa (l’asse non era proprio perfetto) e ho incollato con una colla poliuretanica molto tenace curando bene l’inclinazione del manico per ottenere un’azione ottimale delle corde; ogni intervento successivo sulla tastiera mi sarebbe stato infatti impossibile in quanto alla stessa erano già stati inseriti i tasti.

Per armonia estetica ho scelto un ponticello in palissandro che avevo in casa, tra quelli rilevati dall’amico Federico Cavagna, che ho incollato dopo una prima lucidatura del piano armonico.

Dopo l’applicazione delle meccaniche ho montato le corde per una prima prova “in bianco” e la voce che ho sentito era proprio bella, anche se ovviamente acerba e con qualche ronzio che ho eliminato mediante un’attenta rettifica della tastiera e un lavoro certosino sugli ossi del ponticello e del capotasto.

Ho accelerato i tempi per la verniciatura che ho effettuato con gommalacca decerata per mantenere il colore chiaro dell’acero; ho portato la chitarra terminata all’ultima lezione del 23 giugno 2014 per consegnarla al Maestro Perez Forte che non ha celato la grande emozione di sentire la voce della sua “bambina” dopo dieci anni di oblio; mi ha rivelato che l’emozione era particolarmente forte perchè nei momenti che trascorreva in laboratorio limando, piallando, scalpellando quei legni pensava alla sua vera bambina, appena nata, dalla quale tornava di corsa alla sera per stringerla fra le braccia, ancora impolverato di trucioli e segatura.

Quella bambina adesso è un’adolescente che, sotto la guida del padre, sta diventando un’ottima chitarrista ed ha entusiasticamente apprezzato la realizzazione dello strumento di papà che ha immediatamente suonato per ore.

Se questa chitarra realizzata in coporoduzione avrà un nome glie lo darà Javier o la figlia Lila; da parte mia ho azzardato un pretenzioso cartiglio in lingua latina (come usavano i liutai di una volta, primo fra tutti il grande Antonio Stradivari) che recita:

incepit

SAVERIUS PEREZ FORTE

cordobensis anno MMIII

CAESAR B. CALZA

mediolanensis anno MMXIV

perfecit

La mia opera è stata ricompensata con la realizzazione di un video che mi ha visto suonare in coppia con Javier il brano “Quizàs, quizàs, quizàs”; lo scorso agosto Javier ci ha fatto visita nella nostra casa di Mornico e mia moglie Silvana ha sovrinteso alla registrazione; ho ovviamente promesso al maestro che di questa esibizione farò solo “uso personale”, senza pubblicizzarla più di tanto al fine di non nuocere ad una reputazione faticosamente costruita in tanti anni di applauditi concerti; la si può infatti visionare unicamente in questo sito alla sezione “MEDIA”.