7 – Marty

 

Alla fine dello scorso mese di marzo, al termine delle cento ore invernali trascorse nel laboratorio del Maestro Mario Rubio, ho portato con me le fasce e il fondo per iniziare la costruzione di una nuova chitarra nel corso dell’estate.

Mario mi ha voluto dare un legno con il quale, a sua detta, non ha mai visto costruire una chitarra classica; si tratta di un legno africano a forte venatura, molto contrastata, nei colori beige chiaro e marrone, tanto che gli è stato attribuito il nome di “zebrano”, in inglese “zebra wood”; il nome scientifico è “Microberlinia Brazzavillensis (o bisulcata)”.

Ho iniziato unendo due assicelle di abete che avevo in casa da tempo (tagliato nel 2003) per realizzare il piano armonico, sul quale ho inserito una rosetta dal disegno classico e poco appariscente; ho poi unito le due parti del fondo con un inserto sottile sei millimetri composto di piallacci da 0,6 bianchi e neri in orizzontale.

In attesa di iniziare la frequentazione autunno/inverno del laboratorio di Mario, dove potrò calibrare adeguatamente tavola e fondo, ho proceduto alla piegatura delle fasce, alla sbozzatura del manico in cedrella e alla preparazione della tastiera; quest’ultima è stata ricavata da un blocco di ebano che ho acquistato anni fa durante una vacanza in Kenya e che ho portato a Milano opportunamente occultato in valigia.

Ho anche predisposto catene, controfasce e peones; per questi elementi ho utilizzato legni provenienti dagli alberi del mio giardino di Mornico, tiglio e nocciolo; da un vecchio ciliegio ho tagliato un grosso ramo morto dal quale ho ricavato il copripaletta e il ponticello; entrambi sono stati decorati con gli stessi inserti bianconeri utilizzati per il fondo.

Dal mese di ottobre ho lavorato nel laboratorio di Mario e, sotto la sua supervisione, lo strumento ha preso forma ed è stato completato appena in tempo per partecipare alla mostra organizzata dall’Ateneo nello scorso mese di marzo.

Il nome Marty (personaggio dei cartoni animati, la zebra del film Madagascar) è stato scelto sia per il legno utilizzato che per i decori del pobticello e della paletta, nonchè per le filettature che sono tutte nei colori bianco e nero.

Dopo un’opportuna fase di assestamento e a un “tagliando” di rettifica, ho avuto l’opportunità di far suonare il nuovo strumento da mani esperte. Infatti, l’amica Maria Evangelista mi ha presentato il Prof. Maurizio Preda, direttore del Conservatorio di Pavia e docente di chitarra; su suo invito ho portato al Conservatorio la “Marty” insieme alla “Balon” e alla “Amira”, le mie creazioni numero cinque e sei, per una prova da parte di alcuni suoi studenti diplomandi.

In un pomeriggio di giugno quattro studenti hanno suonato le mie chitarre dando sfogo ai loro migliori virtuosismi e, al termine della sessione, professore ha chiesto ai ragazzi quale fosse la loro preferita; individuata la Marty, il professore mi ha pregato di lasciare lo strumento in Direzione, sotto la sua personale responsabilità, al fine di permettere ad altri studenti di provarla ed eventualmente manifestare un interesse all’acquisto.