KARY

 

 

Il mercatino della Parrocchia di San Pio V offre parecchie occasioni per qualche regalo originale; mia moglie Silvana è un’assidua frequentatrice e una domenica dopo la Messa l’ho accompagnata; ho notato una custodia di chitarra dall’aria vecchiotta e ho guardato dentro: c’era una chitarra degli anni ’50, di tipo economico, di quelle che i ragazzini comperavano per fare quattro accordi e cantare in compagnia.

Fasce e fondo erano ovviamente in compensato, la tavola invece sembrava proprio in abete; il tutto era mascherato da una pesante verniciatura marrone scuro che sul piano armonico sfumava sul chiaro; la buca era contornata da una strisciolina di plastica bianca e lo stesso motivo contornava come una filettatura la tavola; il fondo invece era semplicemente incollato alle fasce senza alcuna filettatura.

La verniciatura del manico non permetteva di comprendere se la tastiera (che riportava grossi bolli rotondi bianchi in mezzo ai tasti III, V, VI, X e XII) fosse un pezzo unico con il manico stesso o applicata.

Comunque era in ordine, non presentava deformazioni apparenti e il prezzo richiesto di ben quindici Euro (!) la rendeva appetibile; ipotizzavo di poterla sverniciare per vedere cosa c’era sotto e poi decidere che interventi apportare per renderla suonabile ed esteticamente gradevole.

Il cartiglio ovale incollato sul fondo recitava “Industrie Strumenti Musicali KARY – Milano”; c’era scritto anche il nome “Bice”; immagino fosse il nome del modello. Tanti anni fa in via Torino, all’altezza del Carrobbio, ricordo che c’era un negozio di strumenti musicali che si chiamava “New Kary”, ma non sono riuscito a trovare un legame, né ho rinvenuto in rete tracce della vecchia fabbrica; comunque ho portato il nuovo acquisto nel laboratorio in campagna in attesa di decidere il da farsi.

Il primo intervento è stato la sverniciatura totale dello strumento per vedere cosa c’era sotto; il piano armonico è risultato essere un discreto abete, le fasce e il fondo volgare compensato; il manico pare un buon legno, probabilmente noce e, con mia sorpresa, anche la tastiera è stata costruita con un buon legno resistente; una volta sverniciata e carteggiata, ho tolto i tasti che erano molto consumati e ho piallato la tastiera per ridurre i classici solchi delle dita sui primi tre tasti (tipico risultato dell’utilizzo pressoché esclusivo in prima posizione) e ho eliminato il “tasto zero” tagliando la tastiera al capotasto per inserire un osso nuovo. Ho anche sostituito le vecchie meccaniche allargando i buchi per ospitare quelle da chitarra classica.

Ho anche sostituito un ponticello misero di legno chiaro verniciato di nero, con uno più decente ancorchè non manufatto; restava solo da riverniciare il tutto; per manico e paletta ho utilizzato gommalacca non decerata per esaltare il colore caldo del legno e le belle venature; fasce, fondo e piano armonico – desolatamente pallidi – necessitavano di un intervento creativo.

Con le erbe del mio orto in campagna (menta e basilico) macerate in alcool, ho creato un impregnante verde; con le bacche di sambuco ho ottenuto un rosso scuro e con i fiori della sophora japonica un giallo chiaro; quest’ultimo ha conferito un po’ di tono alla tavola; tutti e tre i colori – opportunamente dosati e diluiti – hanno dato al compensato un brillante colore marroncino.

Dopo un’ultima carteggiatura ho verniciato il tutto con gommalacca decerata; sia il risultato estetico che la resa musicale sono apprezzabili. La “Kary-Bice” fa bella mostra di sé appesa al muro della tavernetta nella casa di campagna a Mornico.

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